200 Notti d’Aurora
Ho visto la mia prima aurora boreale nel gennaio del 2017, durante un tanto breve quanto improvvisato soggiorno nelle Isole Faroe: sebbene nel diario di quel primo viaggio ne parlai come del “secondo migliore spettacolo mai visto” non dovette trattarsi che di un tenue bagliore al di sopra dell’orizzonte, tale da essere a malapena visibile in foto. Dovettero passare infatti altri tredici lunghi mesi prima che io potessi vederne un’altra, questa volta decisamente più vivida e degna di quella prima, avventata, descrizione: mi trovavo allora in Islanda e dopo una settimana passata ad osservare, senza successo, il cielo degli altipiani interni, stavo già facendo ritorno verso la capitale, prima, e l’aeroporto poi quando, dal parcheggio di piccolo hotel di Hafnarfjörður, vidi per la prima volta il cielo accendersi e iniziare a danzare.
Nei quattro anni che seguirono quella notte, ne avrei viste altre 199, salvo poi interrompere la conta, e fotografate circa 150: di queste, una ventina durante un breve (poco meno di un mese) soggiorno nelle Isole Svalbard, una sola, ma particolarmente intensa, sul finire dell’estate del 2019, passata interamente ad esplorare le regioni centro-settentrionali della Norvegia, una decina scarsa in Groenlandia e la restante parte invece nel corso dei -quasi- tre anni passati in Islanda, paese dove tutt’ora vivo e lavoro.
Ora, dopo la lunga pausa estiva, le notti d’inverno hanno finalmente preso ad allungarsi, i cieli d’Islanda hanno ripreso, a poco a poco, e io attendo già la numero 201 e tutte quelle che, chissà, questa lunga stagione vorrà regalarmi.
L’Artico:





Ýtri-Bægisá e l’Islanda del Nord:















Drangshlíð e l’Eyafjallajökull:








L’Islanda meridionale:






2022




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